Spesso nei miei vagabondaggi fra le colline della memoria ho cercato e trovato celebrazioni del lavoro, della sua nobiltà, del suo valore senza tener conto di quale ne fosse il rango.
Fanno venire in mente quanta verità ci sia in quel primo articolo della nostra Costituzione così originale e spesso discusso.
Tanti contadini, operai, domestiche, impiegati (persino del catasto) che orgogliosamente lo dicono, convinti che sia un importante indizio della vita che hanno vissuto. Questo però fino ad una certa epoca, si potrebbe fare una ricerca sociologica e scoprire il quando della svolta e forse chiedersene il perché.
Qui, fra le montagne marchigiane, a Fabriano, gli epitaffi di lavoratori orgogliosi sono numerosi, spesso citano anche il nome della grande industria di cui hanno fatto parte, come le cartiere Miliani, ma non sembrano andare oltre gli anni quaranta
Una piccola galleria di lavoratori fabrianesi

il cementiere “modesto nella prospera fortuna, generoso con gli operai, benefico con i poveri..”

la “sarta valentissima.. serena e cortese”

lavorò “per il rinnovamento agricolo delle nostre contrade”..

Stella al merito del lavoro operaio delle cartiere Miliani…

ldove anche Luigi Mezzopera (!) lavorò lungamente, uomo di molta bontà…

E Anna Scortichini, che perse la vita in un “feriale (!) incidente” sul “fronte glorioso del lavoro“
Che tenerezza questi errori mescolati a espressioni così nobili come chiamare la fatica quotidiana umile e certo poco riconosciuta il “fronte glorioso del lavoro”!