A volte si possono capire e sapere più cose su di una comunità facendo una passeggiata nel suo cimitero piuttosto che per le vie del paese stesso. Mi è capitato a Montecosaro, uno dei paesi che coronano i colli della Valle del Chienti, nel maceratese. Il paese è grazioso, tutto chiuso nelle mura e nei suoi palazzotti dal caldo colore del mattone. Un paese tranquillo, straripante di chiese di cui una al centro assurdamente immensa. Un paese che sembrerebbe di gente un po’ bigotta, anche un po’ troppo clericale… Poi vado al cimitero e mi colpisce un monumentino ottocentesco, sul quale non compare nessun simbolo religioso.
L’epitaffio dice:
CARLO MALERBI /Che morì settantacinquenne il 2 maggio del 1893 / Insegnò con la sua vita / come il cittadino nel servire la patria / sostenendo con animo invitto per essa / ferite persecuzioni prigionia / abbia esser pago del dovere compiuto….
Ma anche questo non dice tutto infatti Carlo Malerbi, è stato un patriota risorgimentale che ha combattuto il papa-re, ne ha portato le conseguenze come prigione e persecuzione e poi è stato Sindaco e benefattore del paese dove ancora oggi Biblioteca, Ospedale, Casa di riposo portano il nome suo e della famiglia. Insomma una persona interessante come ricorda anche l’epigrafe nell’atrio del Municipio.
“…dei tiranni della patria stranieri e paesani oppugnatore fiero e indomabile…”
E ancora non basta: Carlo Malerbi è stato anche anticlericale di quelli di grande tempra e lui se lo poteva permettere visto che era nobile e ricco. Fece costruire la sua tomba, questo monumento senza simboli religiosi, proprio diffronte alla cappellina cimiteriale, la chiesa dove si celebrano le messe per i defunti e questo non per caso.
Lasciò detto che di lì avrebbe tenuto d’occhio i preti e il clero e che facessero ben attenzione a non prevaricare. E fece mettere in posizione opportuna il proprio ritratto, con lo sguardo appunto rivolto verso la chiesetta.
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