Una tomba ricca non solo per la bellezza della scultura, ma anche per le numerose lapidi che contiene, ognuna, quasi, interessante a suo modo. Intano in alto il capostipite Alessandro che fu “artefice del Risorgimento Agricolo Nazionale” che forse non tutti sanno esserci stato.
Poi la scultura centrale del padre di 12 figli (dodici!) che è stato un “giusperito valente e padre affettuosissimo”.
C’è anche un modesto Romolo che “umilmente visse del lavoro” e Anna” maestra sapiente donna esemplare nel memore cuore dei suoi cittadini…”
Ma la più intrigante è quella di Pietro Fumat, ospitato qui per il suo matrimonio con Anna, ma che doveva essere un tipo speciale, con una storia molto diversa da quella della tranquilla famiglia borghese e provinciale dei Garofoli. Nato in Francia, forse un anarchico come adombra la frase “di terra in terra” che fa venire in mente l’inno “Addio a Lugano” e anche quel “temprato nella lotta”… e aveva trovato pace qui, sotto il Catria “di cui amava la solitudine”.
Nelle lapidi di queste antiche tombe di famiglia tante storie che si possono leggere e (forse) anche un po’ immaginare.