“… una nuova migliore umanità”

Se dovesse servire una testimonianza ulteriore della emigrazione a cui il bisogno ha costretto la nostra gente…

Quasi in ogni cimitero fra le lapidi più antiche se ne trovano che non indicano una sepoltura, ma ricordano qualcuno che, emigrato e vissuto lontano, là è restato per sempre.

Sono lapidi commoventi, pietre che offrono al ricordo un nome, due date, qualche parola, facendo vivere un rimpianto duraturo e inconsolabile.

Molte, tante, troppe sono addirittura firmate da “amici” a testimonianza della povertà della famiglia che non poteva neppure permettersi la spesa di una lapide e queste sono per me nello stesso tempo motivo di tristezza e di consolazione.

La tristezza non ha bisogno di spiegazioni.

La consolazione: quanto mi sorprende e mi scalda il cuore quell’ amicizia profonda e solida che nemmeno la lontananza ha potuto sopire, che è arrivata a tradursi in gesto concreto, in solidarietà tangibile fra gente che certo non nuotava nell’oro!

Spesso  è l’idea anarchica la sorgente di questa amicizia, quando l’Idea (maiuscola come la pensavano loro) si identificava con la vita e la fratellanza era vissuta concretamente, nel quotidiano come solidarietà. E anche mi commuove la speranza in una “nuova migliore umanità”, speranza che purtroppo nel frattempo abbiamo forse definitivamente perduto

Feri Manaus

La lapide ormai quasi cancellata, sul muro di recinzione a Santarcangelo di Romagna,  recita:

FERRI QUARTO
per sé e per la famiglia
costretto
a chiedere pane all’America
morì di febbre gialla a Manaos
il 20 Aprile 1900
GLI AMICI

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“In memoria di PIETRO PANTOLINI nato a Sirolo il 13-10-1868 / Morto a Buenos Aires il 1° aprile 1910

Gli amici di Sirolo e di Buenos Aires / questo ricordo posero perché / dall’imperituro pensiero dell’estinto / di tutti gli amati compagni / morti per la necessità della vita /  lontano dalla patria e dalle famiglie / venissero tratti gli auspici / della nuova migliore umanità”

Sul muro di recinzione del cimitero di Sirolo, di fronte al mare.

arde ancora la fiaccola dell’anarchia?

Qui nel cimitero di Tavernelle di Ancona la fiaccola dell’anarchia arde ancora

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sulla lapide di Ariovisto Pezzotti e l’epitaffio illeggibile altrimenti eccolo

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Davvero nelle Marche l’Idea, con la maiuscola come la pensavano loro, degli anarchici è stata seguita e venerata tanto che molte tombe ne parlano. E un Centro di Studi Libertari a cui devo la foto dell’epitaffio ancora lavora, anche sul web, per mantenere accesa quella fiamma.

I politici: mazziniani d’epoca

La Romagna é stata terra di passioni politiche che i protagonisti non tenevano segrete anzi: le proclamano anche dopo la vita… ma “l’ideale rosso” ? cambiano i tempi e anche il significato simbolico dei colori.

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