Le lapidi antiche raccontano molto non solo della persona a cui sono dedicate, ma anche e soprattutto sulla società, i valori, i modi di vivere del tempo, del luogo e della gente cui appartengono.
A Corinaldo, sotto il bel loggiato che ospita le lapidi “storiche” che non corrispondono più ad una sepoltura, ce ne sono tante, bellissime e interessanti.
Una di queste è dedicata a Petronilla Ciani in Berzolari, di anni 35.
Intanto il nome che non avevo mai sentito applicato ad una persona vera e non ad un personaggio dei fumetti, e questo certo si deve all’epoca: siamo nel 1886!
E poi la descrizione della vita e degli orizzonti di Petronilla:
“Visse tra domestici affetti, contenta al compimento dei doveri di figlia di sorella di sposa.”
La morte la colse quando si preparava “ai doveri e alle gioie (e meno male) di madre”.
Insomma il quadro perfetto di una vita a servizio della famiglia, degli altri. Di lei come persona si dice è che “visse modesta… contenta” di questo destino. Non ha avuto tempo di essere “lieta”
Chissà a chiederlo a lei… ma si era nel 1886, mica oggi…!
i medici che a Cingoli…
A Cingoli (MC) una lapide ricorda che era nell’800, era tifo, ma i medici ne erano vittime anche allora. E ancora i loro nomi sono qui, “cari a tutti”.
“Due Valenti ed ottimi giovani / il Dottor GIOVANNI NATALINI di Serrapetrona e il dottor POMPEO COMPAGNONI di Macerata/ curando il tifo nel territorio cingolano, il primo nel 1891 e l’altro nel 1893 vittime del dovere / di Tifo perirono. I loro nomi cari a tutti qui vollero scritti il Municipio e la Cittadinanza 13 maggio 1894″
in ricordo di chi “dorme lontano”
Succede in molti cimiteri di piccoli centri marchigiani che ci siano lapidi che non segnalano una tomba, ma che sono state apposte per ricordare persone che sono state parte attiva della comunità e delle quali la comunità vuole mantenere viva la memoria. Una tradizione che trovo commovente. Eccone alcune dal cimitero di Rosora (davvero “sulla collina”) dedicate a chi è rimasto per sempre lontano.
Spesso è il ricordo dei parenti per i propri cari morti lontano e rimasti là dove magari erano andati per l’emigrazione, ma spesso sono state pensate (e pagate) da amici che in questo modo danno valore e senso a quel sentimento forte e nello stesso tempo misterioso che è l’amicizia.
Addirittura se ne occupa una associazione dei “Rosoriani nel mondo” perché da questo piccolo borgo in tanti se ne sono andati e per sempre…