come un romanzo

Nelle lapidi di oggi ci sono un nome, due date e spesso nemmeno il luogo;  questo blog è nato soprattutto per “celebrare” gli epitaffi che come questo, invece, ci raccontano una vita intera nei suoi momenti significativi, ma in modo così ricco che potrebbe essere la trama di un romanzo e invece è stata la trama di una vita vera e difficile.

LUIGI ANGELI, di anni 58, nato a Fossato di Vico, morto a Napoli il 18-2-1949 /  esule e solo per 35 anni nella lontana America ritornò per rivedere la patria e riportare una sposa. Un destino fatale lo strappò per sempre da lei precludendo ad entrambi la desiderata consolazione ed il reciproco affetto

la storia

L’unica cosa che non ci hanno raccontato è in che cosa sia consistito quel “destino fatale” che lo uccise… qualcosa resta nel mistero.

chi riposa lontano da Laverino…

in una delle infinite pieghe del nostro preappennino che – benchè siamo sempre in giro per questi posti ci era fino ad oggi del tutto sconosciuta – insomma in una valle appartata e silenziosa ad un crocicchio a Laverino troviamo un cimiterino e lì fuori dal recinto  questo piccolo monumento

altrovela lapide dice:

IN RICORDO DI CHI HA  LASCIATO QUESTE VALLI   E RIPOSA ALTROVE

Questo picolo monumento molto commovente  ricorda a tutti che l’emigrazione ha colpito duramente in questi luoghi difficili e poveri, ma la gente di qui non dimentica nessuno, dovunque riposi

dormono sull’isoletta di Levanzo

 

cimitero marino*

 

 

A Levanzo, nelle Egadi, c’è un piccolo cimitero che è speciale perché non appartiene al Comune come tutti gli altri, ma è stato donato alla popolazione da un benefattore che pur non essendo levanzaro amava così tanto l’isola da venirci a vivere per poi restarci nella tomba, fra la gratitudine della popolazione.

 

da fuori*

Qui lo spazio è poco e così appena in fondo alla strada del paese si gira l’angolo ed eccolo abbarbicato alla roccia, davanti all’acqua cristallina di Cala Fredda; un piccolo atrio, una panchina, una scala, un arco portano ai gradoni dove le lapidi e le tombe si accavallano, sempre a risparmiare lo spazio.

Il mare in un’isola è ovviamente presente in ogni momento della vita e anche della morte, scintilla sopra al muro, spunta sopra le lapidi e i cipressi,

+ barche*DSCN5243E ancora il mare è presente spesso negli epitaffi di quelli che nel mare hanno lasciato la vita, come il cinese, lo sconosciuto, i cannonieri affondati…

Allo sconosciuto:

Qui riposa in pace
la vittima della barbarie teutonica
il poveretto e ignoto
di nazionalità francese
tenente all’equipaggio del piroscafo
Fournier messaggerie
partito da Marsiglia il 18-6-1917
silurato nell’azzurro mare della costa ligure
Le misere spoglie furono raccolte a questa deriva
dopo un mese dalla violenta morte
il 12-7-1917.

Al cinese Yon Gee:

nato ad Hong Kong (cantone cinese) l’anno 1884 vittima della vile rappresaglia teutonica il poveretto era fuochista a bordo del piroscafo inglese Calliope silurato il 10-4-1917 nel mare di San Vito lo Capo e venuto a questa deriva il 13-4-1917

Ma anche nelle metafore il mare è presente, anzi: il faro era il faro*il faro

graffito*E gli amici ricordano l’amico con un graffito…