storie di famiglia…

rigidezza

nella parte più vecchia dei cimiteri, come ho detto più volte, se si ha voglia di leggere ci si può trovare anche davanti al racconto di una intera storia in pochi tratti. Certo un po’ sarà frutto di immaginazione, ma da

Gustavo, il padre,  che “compì ognora il proprio dovere con rigidezza e fedeltà” si passa ad  Alessandro, il figlio, che “sotto il velo di mite sentire nascose esemplari virtù. Fu tenace lavoratore e combattente per l’Italia”

e poi la moglie di Alessandro, Tarquinia “ pia – laboriosa – onesta / che con cristiana virtù visse  e con cristiana rassegnazione morì”

è facile immaginare un po’ la storia di questa famiglia, quanto sia stato difficile vivere con il padre padrone la cui rigidezza viene ricordata persino nell’epitaffio e si capisce il perché  Alessandro si nascondesse sotto il velo di mite sentire… che poi la Tarquinia avesse bisogno di virtù cristiane e di rassegnazione non è difficile immaginare… Povere vite!

 

dormono “sul balcone” : le due sorelle

Il titolo é volutamente un po’ furbo….Cingoli (MC) é  su una collina alta e scoperta, con un infinito paesaggio, tanto che é soprannominata “il balcone delle Marche”.

Così gli abitanti del suo cimitero, anche questo sulla collina, si può dire che dormano sul balcone… Oltre ad avere un panorama magnifico é anche ricco di storie interessanti: fra le altre queste delle due sorelle, figlie di una famiglia danarosa .

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ELGINA PELATELLI

..sicura di aver compiuto il dovere /  serenamente passò / a vita immortale / d’ingegno sagace colto / di carattere leale franco / per più di trent’anni / istruì la gioventù / coll’esempio colla parola / visse nubile per dedicarsi / a formare le menti e i cuori / delle sue alunne / fu credente senza rispetto umano / lasciò larga eredità d’affetti…

(senza rispetto umano forse significa senza vergognarsi a mostrarlo e poi sbucano fuori I Sepolcri del Foscolo…del resto era colta! )

 

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e la sorella IIFIGENIA : “modesta operosa maestra / in privati istituti / ebbe lodi ed affetti / figlia e sorella esemplare / terziaria francescana fervente / alleviò dolori terse lacrime / con amore infinito / umile buona religiosa / sopportò serenamente il male / fisa la mente in dio…”

Insomma delle due sorella  IFIGENIA é stata la meno brillante… le parole lo dicono : modesta, operosa, istituti privati…. non é stata sagace, colta, non  istruì… come la sorella ELGINA.

Eppure mi piace di più l’Ifigenia che alleviò dolori e asciugò lacrime, chissà perché…

padri padroni

Leggendo gli epitaffi d’epoca si vengono a conoscere una quantità di notizie sulla vita dei defunti, ma spesso se ne possono cogliere altre, che traspaiono dalle parole scelte per raccontare ….

rigidezzaIn questa lapide il pater familias GUSTAVO
“Compì ognora il propio (sic) dovere con rigidezza e fedeltà
l’immagine di un padre-padrone…

il figlio ALESSANDRO
“sotto il velo di mite semplicità / nascose esemplari virtù…”
dà l’idea di un figlio sottomesso e costretto a tenere un basso profilo…
magari é immaginazione ma di sicuro nell’epitaffio del padre non c’è una parola di affetto e di rimpianto..
E la povera TARQUINIA, nuora e moglie del figlio?
a lei é toccato essere onesta e laboriosa e “vivere con cristiana rassegnazione
In poche parole il racconto di tre vite, forse anche il loro dramma