Quante cose dice questo epitaffio… i genitori di Claudio avevano una conoscenza sommaria della lingua italiana e anche il marmorino che ha composto l’iscrizione non ha saputo consigliarli…così scrivono:
“i tuoi genitori INDIMENTICABILI
che alla NOSTRA dipartita
ti saremo a fianco…”
ma non rinunciano anche a esprimere una amara riflessione un po’ rancorosa: “prega… per coloro che non meriterebbero”
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lo scalpellino illetterato
Nel cimitero di Fossato di Vico hanno opportunamente messo da parte senza distruggerle le lapidi antiche che non stanno più a segnare una tomba
e in questo piccolo deposito ce n’è una che mi è parsa straordinaria:
il testo dice:
Il 2. FEB FATTO..
EVARISTO TONI FABRO FERRAIO
A GIOVANI INTEMPINEFO(?in tempi nefasti?)
RARO ESEMPIO
DI SOAVI E MITI COSTUMI
A TUTTI
DI CRIS(T)IANA PAZIENZA NEI
LUNGHI MALORI MORI DE
MORTE DEL GIUSTO MORÌ
DI ANNI 25
CON PIANTO INCOZOLAB
IlE DE GENITORI E TUTTA
LA FAMIGLIA PREGA
PER I DIFONTI TONI
(le lettere in corsivo sono le mie ipotesi )
Il carattere è bello anche se un po’ irregolare, ma certo lo scalpellino (oppure chi gli aveva dettato il testo) non era molto in confidenza con la lingua italiana e con la scrittura in generale.
Infatti li per lì si fa persino fatica a capire cosa dice, intanto perché ci sono parole attaccate insieme, senza spaziatura, come fa chi impara a scrivere.
Ci sono le elle che, benché stia usando il carattere lapidario, vengono scritte in minuscolo e sembrano degli uno, c’è una T saltata nella parola cristianamente e che è aggiunta sopra, ma questa era una prassi abbastanza nota, ci sono degli svarioni come “fabro” “incozolabile” “difonti” e poi gli accapo sono a…caso, secondo la larghezza della lastra… e poi si sa giorno e mese della morte, ma in che anno? Dimenticato!
Insomma mi pareva già così molto interessante poi l’ho guardata dietro e ho scoperto che era stata riscritta,
questa volta da qualcuno che sapeva meglio l’italiano, infatti dice :
SIA PACE ALL’ANIMA
DI EVARISTO TONI
IL QUALE
DOPO LUNGA E PENOSA MALATTIA
MORÌ IL 24 FEBBRAIO 1888
ALL’ETÀ DI ANNI 25
QUI
LUIGI SUO PADRE E
E TUTTA LA FAMIGLIA
DOLENTISSIMI POSERO
Anche il senso è un po’ cambiato, le notizie sono quelle, ma lo stile è banale e scontato, c’è persino la frase fatta “dopo lunga e penosa malattia” .
Insomma mi piaceva di più quella sbagliata!
art.1: l’Italia è una Repubblica…. o: il fronte glorioso del lavoro
Spesso nei miei vagabondaggi fra le colline della memoria ho cercato e trovato celebrazioni del lavoro, della sua nobiltà, del suo valore senza tener conto di quale ne fosse il rango.
Fanno venire in mente quanta verità ci sia in quel primo articolo della nostra Costituzione così originale e spesso discusso.
Tanti contadini, operai, domestiche, impiegati (persino del catasto) che orgogliosamente lo dicono, convinti che sia un importante indizio della vita che hanno vissuto. Questo però fino ad una certa epoca, si potrebbe fare una ricerca sociologica e scoprire il quando della svolta e forse chiedersene il perché.
Qui, fra le montagne marchigiane, a Fabriano, gli epitaffi di lavoratori orgogliosi sono numerosi, spesso citano anche il nome della grande industria di cui hanno fatto parte, come le cartiere Miliani, ma non sembrano andare oltre gli anni quaranta
Una piccola galleria di lavoratori fabrianesi
il cementiere “modesto nella prospera fortuna, generoso con gli operai, benefico con i poveri..”
la “sarta valentissima.. serena e cortese”
lavorò “per il rinnovamento agricolo delle nostre contrade”..
Stella al merito del lavoro operaio delle cartiere Miliani…
ldove anche Luigi Mezzopera (!) lavorò lungamente, uomo di molta bontà…
E Anna Scortichini, che perse la vita in un “feriale (!) incidente” sul “fronte glorioso del lavoro“
Che tenerezza questi errori mescolati a espressioni così nobili come chiamare la fatica quotidiana umile e certo poco riconosciuta il “fronte glorioso del lavoro”!