un mestiere che non usa più da tantissimo tempo, così tanto che per molti non significa più niente, ma di cui allora si era orgogliosi, tanto da scriverlo nell’epitaffio come un merito speciale… anche se proprio quel mestiere lo uccise.
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il macchinista ferroviere…
la mano nella mano
Nel cimitero di Montecarotto mi colpisce una cappella molto curata con il muro coperto da lapidi fitte di elenchi lunghissimi.
E’ la cappella delle Società di Mutuo Soccorso Maschile e Femminile. che “qui accolgono i suoi morti perché la solidarietà nella vita continui nella tomba…”
Tanti sono le città e i paesi marchigiani dove oggi queste società di mutuo soccorso sono ancora vive, nonostante gli scopi per cui sono nate ormai vengano assolti dai servizi sociali, ma mi colpisce molto come si preoccupassero anche della morte dei loro soci, di dare loro una sepoltura dignitosa il cui costo non gravasse sulle famiglie di solito molto povere.
Tanta gente che nella vita aveva strappato il pane con i denti almeno nella morte non voleva finire nella fossa comune,senza un nome.
Questo offre la cappella del cimitero di Montecarotto, e in quello di Cupramontana una targa ricordo ribadisce che marciare “la mano nella mano” “tutti per uno uno per tutti” dà conforto e speranza.
E ci si ricorda di chi ha fondato queste società, veri benefattori come
Cesare Domenico Fabbri Bolognese
fondatore della Soc.di Mutuo soccorso di MonteMarciano a cui i soci beneficati e il municipio dedicano questa antica lapide nel 1874.
Una lezione ancora da imparare questa dell’importanza di marciare “la mano nella mano” .