Il prezzo della libertà

Davvero si potrebbe “aprire una galleria” per l’arte, soprattutto scultura e anche architettura, che si esprime nei cimiteri. La differenza dalle altre è che qui le opere non si potrebbero spostare, dovrebbero essere (e sono) i visitatori a farlo. Ancona, cimitero di Tavernelle, la tomba di Giuseppe Meloni.

DSCN2128 copia copieCopier

l’epigrafe recita:

“O Uomini, dice dal sepolcro insanguinato Giuseppe Meloni, per la mia giovinezza infranta spezzate le spade, bandite l’odio dalle anime, regnino fra di voi solamente il lavoro e la giustizia e fate che le giovinezze future fioriscano nell’amore e nella pace –

Gli amici posero il XX aprile MCMXXII)”

Giuseppe Meloni era un giovane repubblicano   ucciso dalla guardia regia durante una sommossa nel 1921 (‘sti marchigiani nel secolo scorso erano gente focosa!).

Purtroppo non si vede bene nella foto ma il monumento funebre è sormontato da una statua allegorica della libertà piuttosto bella, anche se, ovvio rispecchia lo stile retorico del suo tempo

la libertà copQuesta statua allora fu apprezzata e ammirata , ma era il 1921 e questa “libertà” ebbe un prezzo duro.
L’autore è Galileo Emendabili aveva allora 21 anni, era un  simpatizzante dei circoli repubblicani e questa è la sua prima opera importante. Cominciò subito ad avere successo, ma il nascere del fascismo gli sbarrò la strada e così partì per il Brasile con un biglietto di terza classe.
Non tornerà più fino alla sua morte nel 1974 nemmeno per nostalgia.
Lì è diventato un grande scultore a cui commissionarono molte opere pubbliche come il mausoleo dei combattenti del 1932…
Così questo monumento funebre di storie ce ne racconta due, entrambe dalla stessa parte…

Piccola galleria di G.Emendabili:

emend

i costruttori

nome

una vita in tre parole

antif.862.JPG

Tre parole per una vita: la prima si intuisce soltanto ma dovrebbe essere giusta:

MURATORE   PARTIGIANO  ANTIFASCISTA

Tre sole parole che però bastano per sintetizzare una vita ben vissuta.

come si vive e come si muore

partigianiNon c’é quasi cimitero che non abbia almeno una lapide a un caduto partigiano. E spesso, troppo spesso la battaglia non è stata leale, ma qualcuno ha tradito.

Anche qui come altrove si reclama non una tomba ma un’ara di sacrificio che sia di monito…

Mi intristisce un po’ quell “apprenderanno i giovani come si vive come si muore”…. forse le cose non sono andate così o almeno non sempre e dovunque.