attenti che vi guardo!

A volte  si possono capire e sapere più cose su di una comunità facendo  una passeggiata nel suo cimitero piuttosto che per le  vie del paese stesso. Mi è capitato a Montecosaro, uno dei paesi che coronano i colli della Valle del Chienti, nel maceratese. Il paese è grazioso, tutto chiuso nelle mura e nei suoi palazzotti  dal caldo colore del mattone. Un paese tranquillo, straripante di chiese di cui una al centro assurdamente immensa. Un paese di gente un po’ bigotta si direbbe, anche un po’ troppo clericale… Poi vado  al cimitero e mi colpisce un monumentino ottocentesco, sul quale non compare nessun simbolo cristiano.

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E’ dedicato a Carlo Malerbi, un patriota risorgimentale che ha combattuto il papa-re, ne ha portato le conseguenze come prigione e persecuzione e poi è stato Sindaco e benefattore del paese dove ancora oggi Biblioteca, ospedale, casa di riposo portano il nome suo e della famiglia. Insomma una persona interessante come ricorda anche l’epigrafe nell’atrio del Municipio.

carlo malerbiMa non è stato solo questo, Carlo Malerbi:

è stato anche un anticlericale di quelli di grande tempra e lui se lo poteva permettere visto che era nobile e ricco. Fece costruire la sua tomba, questo monumento senza simboli religiosi, proprio diffronte alla cappellina cimiteriale, la chiesa dove si celebrano le messe per i defunti e questo non per caso.

Lasciò detto che di lì avrebbe tenuto d’occhio i preti e il clero e che facessero ben attenzione a non prevaricare. E fece mettere in posizione opportuna il proprio busto, con lo sguardo appunto rivolto verso la chiesetta.

lo sguardoChe gente questi marchigiani di una volta, gente di sangue robusto, coraggiosi e spesso ribelli, sovversivi, indomiti. Altrochè le virtù di ritrosia e discrezione per cui sono conosciuti oggi.

Il prezzo della libertà

Davvero si potrebbe “aprire una galleria” per l’arte, soprattutto scultura e anche architettura, che si esprime nei cimiteri. La differenza dalle altre è che qui le opere non si potrebbero spostare, dovrebbero essere (e sono) i visitatori a farlo. Ancona, cimitero di Tavernelle, la tomba di Giuseppe Meloni.

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l’epigrafe recita:

“O Uomini, dice dal sepolcro insanguinato Giuseppe Meloni, per la mia giovinezza infranta spezzate le spade, bandite l’odio dalle anime, regnino fra di voi solamente il lavoro e la giustizia e fate che le giovinezze future fioriscano nell’amore e nella pace –

Gli amici posero il XX aprile MCMXXII)”

Giuseppe Meloni era un giovane repubblicano   ucciso dalla guardia regia durante una sommossa nel 1921 (‘sti marchigiani nel secolo scorso erano gente focosa!).

Purtroppo non si vede bene nella foto ma il monumento funebre è sormontato da una statua allegorica della libertà piuttosto bella, anche se, ovvio rispecchia lo stile retorico del suo tempo

la libertà copQuesta statua allora fu apprezzata e ammirata , ma era il 1921 e questa “libertà” ebbe un prezzo duro.
L’autore è Galileo Emendabili aveva allora 21 anni, era un  simpatizzante dei circoli repubblicani e questa è la sua prima opera importante. Cominciò subito ad avere successo, ma il nascere del fascismo gli sbarrò la strada e così partì per il Brasile con un biglietto di terza classe.
Non tornerà più fino alla sua morte nel 1974 nemmeno per nostalgia.
Lì è diventato un grande scultore a cui commissionarono molte opere pubbliche come il mausoleo dei combattenti del 1932…
Così questo monumento funebre di storie ce ne racconta due, entrambe dalla stessa parte…

Piccola galleria di G.Emendabili:

emend

i costruttori

nome

il culto gentile della musica

le parole ormai sono quasi cancellate e del resto sono scritte qui dal 1901. Dicono:

Preci e lacrime  e fiori
spargete sulla tomba di
Domenico Cotini
splendido esempio di onestà e di carattere
cattolico fervente
patriota sincero
marito e padre affettuosissimo
artista appassionato.
Con sublime disinteresse
educò al culto gentile della musica
il paese natio…
1822- 1901

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Un uomo con tante doti belle: onesto, credente, patriota ma più di tutti un musicista, come dice la scultura. e soprattutto educò un intero paese al culto gentile della musica.

Forse faceva il maestro della banda, ma dirlo così fa tutto un altro effetto.