molti anni dopo…

Di cose incomprensibili, di misteri, leggendo le lapidi antiche se ne incontrano spesso e questa lapide ne é un esempio.

1860:1877 ??Anghiari*Domenico Buoncompagni morì nel 1860, ma la lapide con tutto il suo dolente compianto,  ha la data 1877… chissà perché.

L’epitaffio non lo spiega : nell’enfasi  abituale del tempo non si trova la spiegazione ma piuttosto qualche svarione come “l’arrida” mano e ancora di più il “mutuo” sepolcro…

qui riposa…l’ortografia

nelle lapidi più antiche e, di solito, le più povere capita spesso di trovare qualche svarione sintattico o ortografico, ma questa deve essere stata iscritta e incisa da qualcuno con serii problemi

ortografia copiaCopier

Fa tenerezza il desiderio della famiglia di avere una lapide che parlerà loro di lui, morto così presto, ma il “fiore malore” lo ha tolto a loro che lo “adoravono” e lo “riabbraciaranno” .

Così poveri da non riuscire nemmeno a procurarsi una buona ortografia!

perduti a Filottrano

perduti...

Di solito i monumenti ai caduti sono  l’apoteosi dell’enfasi e della retorica. Trovo esemplare  questo bel monumento, fatto di marmo, di un gelsomino, di un cipresso e di poche parole belle che vuole ricordare quelli che non hanno nè nome, nè tomba  e si trova nel cimitero di Filottrano

Come dice la scritta:

Perduti nei profondi abissi – in assolati deserti – nelle nevose steppe – dissolti nel cielo vivete nella memoria