Ai tempi nostri quando si legge di un appaltatore è quasi sempre perché ha commesso qualcosa di disonesto o almeno ne è accusato. Ignazio Claradonna no, non è diventato noto per aver commesso delle scorrettezze, anzi!
“Esempio di operosità e di onestà / abile esecutore di lavori stradali / buono con gli operai e giusto / rimasto fatalmente cadavere per apoplessia / nella sua ultima opera entro la Valnerina / Il suo capo maestro muratore Venanzo Montesi / ed il suo capo scarpellino / Giovanni Natalini / in mezzo all’unanime compianto / degli operai direttori ed amici / in segno di grato animo / posero”
Un comportamento così esemplare che ha spinto i suoi collaboratori a scriverlo nel marmo che hanno pagato perché ne restasse memoria… La lapide, già antica, è nel cimitero di Visso che dalla cima di un cucuzzolo da sempre veglia sul borgo.
Dovrei dire “era” e “vegliava” perché il cimitero ha subito danni gravi con l’ultimo terremoto. Chissà che ne sarà stato della lapide così rara e preziosa: è zona rossa e per adesso non si può sapere…