A volte si possono capire e sapere più cose su di una comunità facendo una passeggiata nel suo cimitero piuttosto che per le vie del paese stesso. Mi è capitato a Montecosaro, uno dei paesi che coronano i colli della Valle del Chienti, nel maceratese. Il paese è grazioso, tutto chiuso nelle mura e nei suoi palazzotti dal caldo colore del mattone. Un paese tranquillo, straripante di chiese di cui una al centro assurdamente immensa. Un paese di gente un po’ bigotta si direbbe, anche un po’ troppo clericale… Poi vado al cimitero e mi colpisce un monumentino ottocentesco, sul quale non compare nessun simbolo cristiano.
E’ dedicato a Carlo Malerbi, un patriota risorgimentale che ha combattuto il papa-re, ne ha portato le conseguenze come prigione e persecuzione e poi è stato Sindaco e benefattore del paese dove ancora oggi Biblioteca, ospedale, casa di riposo portano il nome suo e della famiglia. Insomma una persona interessante come ricorda anche l’epigrafe nell’atrio del Municipio.
Ma non è stato solo questo, Carlo Malerbi:
è stato anche un anticlericale di quelli di grande tempra e lui se lo poteva permettere visto che era nobile e ricco. Fece costruire la sua tomba, questo monumento senza simboli religiosi, proprio diffronte alla cappellina cimiteriale, la chiesa dove si celebrano le messe per i defunti e questo non per caso.
Lasciò detto che di lì avrebbe tenuto d’occhio i preti e il clero e che facessero ben attenzione a non prevaricare. E fece mettere in posizione opportuna il proprio busto, con lo sguardo appunto rivolto verso la chiesetta.
Che gente questi marchigiani di una volta, gente di sangue robusto, coraggiosi e spesso ribelli, sovversivi, indomiti. Altrochè le virtù di ritrosia e discrezione per cui sono conosciuti oggi.
Li scovi proprio tutti!
cara Berenice… più ne vedo e più ne scopro, ma questo, diciamolo, è proprio speciale!