i tipografi e Bartali nel giardino dei giusti

201024_30811_bartali« Il bene si fa, ma non si dice. E certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca »  (Gino Bartali).

Sarà perché pensava questo che l’attività di Gino Bartali a favore degli ebrei perseguitati è stata fatta conoscere solo quando lui non c’era più.
“Bartali trasportò, all’interno della sua bicicletta, dei documenti falsi per aiutare gli ebrei ad avere una nuova identità. Questa attività nacque dalla collaborazione del rabbino di Firenze Nathan Cassuto e l’arcivescovo della città Elia Angelo Dalla Costa.”

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la macchina da stampa dove furono realizzati i documenti per gli ebrei fuggiaschi

Durante gli allenamenti si dirigeva spesso ad Assisi, nascondendo nella canna della bicicletta i documenti falsi che poi sarebbero stati stampati nella stamperia della famiglia Brizi e  poi sarebbero serviti per dare una identità nuova a tanti ebrei che erano nascosti ad Assisi nei conventi.

Bartali Terontola

“Il 23 settembre 2013 è stato dichiarato Giusto tra le nazioni dallo Yad Vashem, il memoriale ufficiale israeliano delle vittime dell’olocausto fondato nel 1953, riconoscimento per i non ebrei che hanno rischiato la vita per salvare quella anche di un solo ebreo durante le persecuzioni naziste. Nella motivazione dello Yad Vashem si legge che Bartali, « cattolico devoto, nel corso dell’occupazione tedesca in Italia ha fatto parte di una rete di salvataggio i cui leader sono stati il rabbino di Firenze  e l’arcivescovo della città , il Cardinale Dalla Costa. »

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la tomba degli  eroici tipografi Brizi, padre e figlio

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Anche gli eroici tipografi che rischiarono la vita meritano un ricordo perenne fra i Giusti delle Nazioni

 

 

 

 

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